4 ETF Da Comprare Con la Crisi NordCoreana
La crisi nordcoreana sta avendo ripercussioni sulle economie di molti paesi industrializzati, in particolare gli Stati Uniti. Nelle ultime settimane i titoli azionari statunitensi sono stati sotto pressione, soprattutto a causa della debolezza delle azioni “Big Tech” come Apple Inc. (NASDAQ: AAPL), Amazon.com, Inc. (NASDAQ: AMZN) e Netflix, Inc. (NASDAQ: NFLX). Ma è il settore in generale ad essere sempre più preoccupato per le crescenti tensioni tra il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la Corea del Nord.
La Crisi Nordcoreana
Il ministro degli esteri della Corea del Nord ha detto che i commenti di Trump durante lo scorso weekend sono stati una vera e propria dichiarazione di guerra verso il proprio paese, minacciando di abbattere qualsiasi velivolo statunitense anche nello spazio aereo internazionale. Questo dopo che alcuni bombardieri B-1 e caccia F-15 hanno volato vicino allo spazio aereo nordcoreano lo scorso sabato.
Se a questo si aggiungono le tensioni su un possibile referendum sull’indipendenza nell’Iraq settentrionale (con la possibile minaccia di un’azione militare del governo di Baghdad), sono quindi ben giustificate le preoccupazioni di Wall Street.
A questo proposito, oggi vorrei elencarvi quattro ETF che potrebbero essere redditizi e sfruttare a proprio vantaggio l’attuale situazione geopolitica internazionale.
1. ProShares UltraShort QQQ (ETF) (NYSEARCA: QID)
Questo ETF traccia i rendimenti d’investimento che corrispondono al doppio della performance inversa giornaliera dell’indice NASDAQ 100. Il sottostante Nasdaq 100 è fortemente inclinato verso titoli tecnologici “mega-cap” come AAPL e Microsoft Corporation (NASDAQ: MSFT), entrambi i quali hanno sofferto non poco nell’ultima settimana. Netflix è fra quelli che hanno perso di più, con un calo del 5,2%. In generale, il Nasdaq 100 sta scendendo verso la sua media mobile a 200 giorni, livello che non toccava dall’estate del 2016. Il fondo QID è fra i pochi ETF che dovrebbero guadagnare maggiormente dalla situazione geopolitica attuale e, in tutta risposta, dovrebbe aumentare addirittura del 50%.
2. SPDR Gold Trust (ETF) (NYSEARCA: GLD)
Questo fondo offre un’esposizione rapida e facile al settore dell’oro, il cui prezzo sta aumentando notevolmente negli ultimi tempi a causa della crisi nordcoreana. Ma è tutto il settore dei metalli preziosi che è in costante rialzo dallo scorso mese di Luglio. Ma a favorire l’ascesa dell’oro e i suoi “fratelli” è stata la sfacciataggine della Federal Reserve, che ha annunciato l’inizio del “restringimento quantitativo”(quantitative tightening) la settimana scorsa e ha accennato ad un altro aumento di tasso nel mese di dicembre. Ma con le probabilità di un conflitto armato con Pyongyang in aumento, il bene rifugio per eccellenza sta decisamente vivendo un periodo…d’oro!
3. United States Oil Fund LP (ETF) (NYSEARCA: USO)
La minaccia di un referendum indipendentista nella regione curda dell’Iraq settentrionale, una delle principali aree produttrici di energia, ha spinto in alto i prezzi del petrolio greggio, facendo crescere questo ETF sopra la media mobile a 200 giorni. Questo ha fatto aumentare il fondo del 20% dallo scorso Giugno.
La preoccupazione è che qualsiasi risposta militare da parte di Baghdad o della Turchia dopo il voto del referendum sull’indipendenza, possa compromettere le infrastrutture produttrici di energia, riducendo la disponibilità di petrolio in un momento in cui l’OPEC sta mantenendo il suo accordo di congelamento della produzione, iniziato all’inizio del 2016 e firmato alla fine dell’anno scorso.
4. SPDR S&P Oil & Gas Explore & Production (ETF) (NYSEARCA: XOP)
L’ascesa in atto nei mercati dell’energia sta aiutando a stimolare l’interesse nel settore energetico, in particolare in quelli che riguardano l’esplorazione e la produzione, auspicando che una possibile interruzione dell’approvvigionamento in Iraq rafforzi l’attività di foratura e pompaggio.
In particolare, l’etf XOP si sta mantenendo da mesi su alti livelli, aumentando i propri rendimenti del 17% rispetto alla fine del mese di Agosto.