7 Azioni Da Comprare In Vista di Una Guerra Commerciale
Mentre si profila lo spettro di una guerra commerciale globale, gli investitori statunitensi (e non) potrebbero prendere in considerazione l’adozione di alcune misure difensive. Secondo Peter Oppenheimer, capo stratega azionario globale di Goldman Sachs Group Inc. (GS), “al di sotto della superficie del mercato, i conflitti commerciali avvantaggerebbero la performance della maggior parte delle azioni statunitensi rispetto a quelle estere”.
7 Azioni Da Comprare per Difendersi da Una Guerra Commerciale Globale
Infatti, date le politiche protezionistiche adottate dal presidente americano Trump, uno dei temi di investimento più caldi per Goldman Sachs riguarda le società statunitensi le cui vendite che sono in gran parte, se non del tutto, basate sul mercato interno. A questo proposito, oggi vedremo alcune azioni che Oppenheimer raccomanda nel caso di una guerra commerciale globale.
Di queste sette società, tutte hanno il 100% delle loro vendite negli Stati Uniti (ad eccezione di Intuit, che è al 95%). Per ognuno di questi titoli analizzeremo alcuni dati significativi, come le previsioni per l’anno 2018, i dati dell’anno 2017, i rapporti P/E e il dividend yield distribuito.
1. CSX Corp. (NASDAQ: CSX)
- Risultato 2017 : +55%
- Previsioni 2018 : +0,5%
- Rapporto P/E : 15
- Dividend Yield : 1,6%
2. CVS Health Corp. (NYSE: CVS)
- Risultato 2017 : -5,8%
- Previsioni 2018 : -6,4%
- Rapporto P/E : 9,68
- Dividend Yield : 2,9%
3. Dollar General Corp. (NYSE: DG)
- Risultato 2017 : +26,9%
- Previsioni 2018 : +1,6%
- Rapporto P/E : 16,58
- Dividend Yield : 1,1%
4. Intuit Inc (NASDAQ: INTU)
- Risultato 2017 : +39,2%
- Previsioni 2018 : +7,3%
- Rapporto P/E : 47,59
- Dividend Yield : 0,9%
5. Public Storage (NYSE: PSA)
- Risultato 2017 : -2,9%
- Previsioni 2018 : -6,7%
- Rapporto P/E : 30,04
- Dividend Yield : 4,1%
6. Verizon Communications Inc. (NYSE: VZ)
- Risultato 2017 : +4%
- Previsioni 2018 : -7,8%
- Rapporto P/E : 6,58
- Dividend Yield : 4,9%
7. Wells Fargo & Co. (NYSE: WFC)
- Risultato 2017 : + 13,2%
- Previsioni 2018 : -4,8%
- Rapporto P/E : 12,60
- Dividend Yield : 2,7%
Dopo che il presidente Trump ha annunciato lo scorso 1° Marzo il suo piano per battere le alte tariffe sull’acciaio e sull’alluminio importato, l‘indice S&P 500 (SPX) è calato dello 0,8% alla chiusura del giorno dopo. L’indice è però in rialzo dello 0,7% dall’inizio del 2018, facendo registrare anche un +19,4% rispetto allo stesso periodo del 2017.
Sulla scia dell’annuncio di Trump, gli investitori si sono quindi orientati sui titoli a bassa capitalizzazione, che in genere fanno registrare una percentuale più elevata di vendite sul mercato interno rispetto alle large cap. Anche se questo è generalmente vero, la differenza fra i due non è così drammatica come alcuni potrebbero aspettarsi.
Secondo i dati di FactSet Research Systems Inc. (citati da MarketWatch), le azioni a bassa capitalizzazione presenti nel Russell 2000 Index (RUT, composto dalle 2000 società a minore capitalizzazione che sono incluse nel Russell 3000 Index) hanno avuto il 20,6% delle loro entrate al di fuori dagli Stati Uniti, contro il 30,3% del large cap presenti nel S&P 500. Il Russell era in crescita dell’1,4% dalla chiusura del 28 febbraio fino alla chiusura il 2 marzo, ma in calo dello 0,2% per l’anno in corso.
Di conseguenza, alcuni titoli statunitensi a bassa capitalizzazione possono presentare un’esposizione molto ampia alle vendite all’estero. Fra questi vi sono Lithia Motors Inc. (LAD), The Brink’s Co. (BCO), Spectrum Pharmaceuticals Inc. (SPPI) e Axcelis Technologies Inc. (ACLS).
In particolare, Lithia gestisce una catena di concessionari auto negli Stati Uniti, il che la rende un’azienda puramente nazionale. La società per la produzione di semiconduttori Axcelis, invece, ricava oltre l’83% delle sue vendite dall’export. La compagnia di veicoli blindati The Brink’s opera in oltre 100 paesi e genera il 75% delle sue entrate al di fuori degli Stati Uniti, secondo il suo rapporto annuale.
Tuttavia, poiché Brink’s è un fornitore di servizi che opera attraverso affiliati locali, piuttosto che un esportatore di beni durevoli, dovrebbe teoricamente essere al sicuro da una guerra commerciale. Di fatto, nella misura in cui le guerre commerciali ridurranno il valore del dollaro USA, le società come Brink’s vedranno un aumento delle loro entrate estere convertite in dollari USA.
La linea di fondo è che mentre le small cap come gruppo possono offrire una certa protezione all’investitore in vista di una guerra commerciale, il grado di protezione può variare notevolmente da una società all’altra.
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