3 Titoli Finanziari Da Vendere Se Hillary Clinton Diventerà Presidente
Fra i tanti discorsi sostenuti da Hillary Clinton in questa campagna elettorale, si evince come la candidata presidente non sia esattamente una grande fan del settore bancario. E questo sta tenendo in grande apprensione i trader che hanno investito in titoli finanziari. Nel delineare la sua strategia politica, la Clinton ha presentato una serie di riforme che vanno giù duro sui titoli finanziari, le quali potrebbero provocare gravi perdite non solo alle banche, ma anche alle società assicurative e ad altre grandi società finanziarie. Il punto cruciale della sua campagna “contro” Wall Street include il rafforzamento del disegno di legge denominato “Dodd-Frank“. Negli Stati Uniti la legge di riforma del sistema finanziario (chiamato tecnicamente “Dodd-Frank Act”), approvata nel 2010, ha reintrodotto, dopo 11 anni dall’abolizione del Glass-Steagall Act e, tra le altre misure, il divieto per le banche statunitensi che svolgono attività di intermediazione creditizia tradizionale di effettuare anche attività di trading proprietario, sia direttamente sia indirettamente attraverso investimenti in hedge funds e fondi di private equity. La Clinton si è quindi impegnata a rafforzare questa riforma rimuovendo molte delle sue lacune ben note, aumentando di fatto i poteri dell’autorità di regolamentazione denominata “Commodities Futures Trading Commission and Consumer Financial Protection Bureau“, così come l’aggiunta di nuove tasse ed imposte a quelle società di grandi dimensioni chiamate in gergo finanziarie “too big to fail” (troppo grandi per fallire). E questo potrebbe essere solo l’antipasto della politica finanziaria che la Clinton intende attuare se verrà eletta il prossimo mese di novembre!
A questo proposito vediamo quali, secondo molti analisti, potrebbero essere i titoli che “soffrirebbero” di più da una presidenza Clinton e che quindi converrebbe vendere (o non comprare!) se venisse eletta.
JPMorgan (JPM)
La famosa banca d’investimento JPMorgan Chase & Co potrebbe essere particolarmente vulnerabile alle politiche che ha in mente la Clinton. Questo perché JPM ha….le mani in pasta un pò in tutti i settori industriali! Per cominciare, JPM è uno dei principali attori nel mercato dei derivati e questo rappresenta un problema per Hillary Clinton. La candidata presidente ha in mente di porre dei limiti agli investimenti in materie prime, soprattutto verso quegli investitori che di fatto non hanno bisogno o che non usano effettivamente tali prodotti. Questo costringerebbe JPMorgan a fare trading con i derivati tramite una divisione separata dalla banca principale. E ciò significherebbe non poter usare i depositi dei clienti come capitale per alimentare il suo trading. Ovviamente, questo comporterebbe delle perdite non indifferenti per JP Morgan! Altro elemento a sfavore di questo titolo, è la guerra dichiarata dalla Clinton verso le aziende “too big to fail“. Ed essendo una delle banche più grandi del mondo, JPM si trova proprio al centro del suo mirino.
Virtu Financial Inc. (VIRT)
Virtu Financial potrebbe essere uno dei titoli finanziari più colpiti da una presidenza Clinton. Si tratta di uno degli operatori più grandi nel campo dell’high frequency trading, ovvero una modalità di intervento sui mercati che si serve di sofisticati strumenti software (e a volte anche hardware) con i quali mettere in atto negoziazioni ad alta frequenza, guidate da algoritmi matematici, che agiscono su mercati di azioni, opzioni, obbligazioni, strumenti derivati e commodities. Queste operazioni generano però un’alta volatilità e maggiori oscillazioni dei titoli in entrambe le direzioni. Ecco perché rappresenta un tipo di trading che molti (Clinton in testa), stanno cercando di ostacolare in tutti i modi. Per quanto riguarda la politica monetaria, la Clinton ha proposto una nuova imposta sui redditi a breve termine per ridurre l’High Frequency Trading.
Discover Financial Services (DFS)
Anche Discover Financial Services dovrebbe essere uno delle società a non vedere di buon occhio una presidenza Clinton, soprattutto a causa di alcune politiche finanziarie che ha in mente la candidata e dirette a tutelare i consumatori. Discover è un emittente di credito al consumo: ciò include servizi finanziari come l’emissione di carte di credito, prestiti personali e mutui. Sono queste le tre linee di business che potrebbero danneggiare maggiormente l’azienda sotto una presidenza Clinton. Hillary ha già promesso di affrontare la spinosa questione dei prestiti agli studenti, molto comuni in America per finanziare le costose tasse universitarie. La Clinton ha anche promesso di rafforzare il “Consumer Financial Protection Bureau“, creato con il disegno di legge “Dodd-Frank” come un’agenzia di regolamentazione pensata per proteggere i consumatori contro l’industria finanziaria. Finora, gli obiettivi principali del CFPB sono stati i finanziatori dei prestiti agli studenti e alle imprese. Il titolo DFS è stato abbastanza profittevole negli ultimi anni, ma questi profitti potrebbero presto crollare se Hillary Clinton diventerà la prossima Presidente degli Stati Uniti d’America.