I Motivi Per Cui i Titoli Biotech Torneranno in Crescita
Nel blog ho scritto molti articoli sul settore biotech, perché l’ho sempre considerato fra le migliori opportunità d’investimento. Negli ultimi tempi, però, avevo sconsigliato questo settore nel caso di affermazione di Hillary Clinton alle elezioni presidenziali americane. Questo perché la candidata democratica non è mai stata “tenera” nei confronti dalle case farmaceutiche, sia in passato che nella recente campagna elettorale. Invece, un po’ a sorpresa, a trionfare è stato Donald Trump. E questa potrebbe già essere una buona notizie per l’industria biotech, in quanto nel suo programma di governo ha promesso l’abrogazione della riforma sanitaria voluta da Obama (nota come Obamacare). Se attuata, questa andrebbe a danneggiare il settore assicurativo americano….ma andrebbe a tutto vantaggio delle maggiori società biotecnologiche, che potrebbero aumentare i prezzi dei loro prodotti e servizi. La vittoria del candidato repubblicano ha quindi dato maggiore potere alla case farmaceutiche, creando delle premesse in cui un controllo sui prezzi dei farmaci da parte del governo sarà molto difficile, se non impossibile. Ad ogni modo, i benefici per le aziende tech sembrerebbero già iniziati. Il Nasdaq Biotechnology Index che è rappresentato dall’ETF (IBB) è aumentato dell’11% in questo mese. Lo S&P Biotechnology Index (ovvero quello che comprende le mid-cap e i titoli biotech a bassa capitalizzazione) è salito addirittura del 18%. Tuttavia, le operazioni di acquisizione e fusione (molto utilizzate in questo settore) sono diminuite.
A questo proposito, il clima normativo incerto prima delle elezioni ha bloccato un pò le acquisizioni nel settore sanitario. Le società farmaceutiche a grande capitalizzazione (large cap) si sono infatti trattenute dall’effettuare tali operazioni fino a quando non ci fosse stata una certa chiarezza politica. Nonostante ciò, nel periodo pre-elettorale vi sono state due acquisizioni particolarmente interessanti, soprattutto quella messa in atto da Pfizier nei confronti della Medivation per 12 miliardi di dollari. Dopo l’elezione di Trump, alcune società sono uscite dal guscio, dichiarando pubblicamente il loro interesse per qualche operazione di acquisizione. Verso la fine dello scorso Ottobre, ad esempio, Gilead ha dichiarato di voler investire nel settore della polimerasi, comunemente indicato come PARP, un inibitore che rafforza i farmaci utilizzati in oncologia. Prima dell’acquisizione di Medivation da parte di Pfizer, che ha anche un inibitore di PARP, c’erano solo due grandi prodotti farmaceutici con tali inibitori: Abbvie e AstraZeneca. Dopo l’annuncio di Gilead, l’interesse degli investitori si sono quindi spostati verso società come Tesaro (TSRO) e Corvus (CRVS), che producono tali inibitori.
Ad ogni modo, il quadro politico americano dopo l’elezione di Donald Trump è ancora piuttosto incerto. Di certo, però, è che questa amministrazione sia amica delle società biotech, in quanto garantirà un clima normativo molto favorevole per loro in futuro.