ETF e Fondi Comuni: Principali Differenze
Se pensiamo al 1989, anno in cui il primo ETF fece la sua comparsa a Wall Street, il settore dei fondi comuni d’investimento ha fatto decisamente passi da gigante. Da allora, infatti, questi strumenti finanziari hanno attirato un numero sempre maggiore di investitori fino a “prendersi” una considerevole fetta di mercato, soprattutto perché si tratta di strumenti a basso prezzo che permettono di investire in ogni settore industriale. Vediamo ora come funziona un ETF e le sue principali differenze con un fondo comune tradizionale.
ETF vs Fondi Comuni
Per ETF (acronimo di Exchange Traded Fund) s’intende un fondo passivo che può essere acquistato o venduto in Borsa. Come i normali fondi comuni, sono entrambi panieri di titoli che offrono agli investitori portafogli diversificati, ma la loro negoziazione in borsa e passività creano maggiori benefici e vantaggi a chi investe in ETF, piuttosto che agli investitori in fondi comuni. Questo per una serie di motivi:
- A differenza dei fondi comuni tradizionali, gli ETF godono di maggiore liquidità, perché il loro valore è noto e si possono comprare e vendere quote in qualsiasi momento del giorno. Al contrario, le quote di un fondo comune possono essere acquistate o vendute solo una volta nell’arco della giornata.
- Grazie alla loro natura “passiva”, gli ETF hanno spese di gestione più basse. Questo perché i gestori si limitano a replicare le performance di un determinato indice.
- Mentre la maggioranza dei fondi comuni addebitano al cliente spese di ingresso ed uscita dal fondo, negli ETF queste non sono presenti.
Inoltre, se sommiamo le spese di gestione con le eventuali commissioni di ingresso ed uscita si arriva ad una percentuale di spesa sul totale investito che può variare dall’1 al 3% per un fondo comune, mentre gli ETF che hanno spese superiori all’1% sono davvero rari.
Qualcuno di voi potrebbe obiettare che i fondi comuni con gestione attiva sono caratterizzati da spese di gestione maggiori perché offrono rendimenti superiori. In realtà, le statistiche confermano che nel lungo termine i fondi non riescono a generare extra-performance in maniera costante. Pertanto le alte spese di gestione non giustificano l’investimento, ma andranno soltanto ad erodere i potenziali profitti.