Mercati Finanziari: breve guida
Come molti sanno, nelle Borse Valori di tutto il mondo si attua un scambio regolamentato tra denaro corrente e un titolo finanziario. Ma conoscete le origini di questo mercato finanziario?
Per farla breve, la parola “Borsa” deriva da una famiglia di mercanti belgi di origini venete, i Della Borsa, che nel 14° secolo organizzava sedute di contrattazione per stabilire i prezzi delle merci. Quattro secoli dopo nacque Wall Street, che oggi è il mercato finanziario più famoso al mondo, mentre la Borsa italiana nacque “solo” nel 1808 dalle ceneri della Borsa di Commercio di Milano.
Struttura Borsa valori
Iniziamo col dire che la differenza principale fra le Borse valori e le piattaforme private di scambio sta nel concetto di regolamentazione delle operazioni di negoziazione, le modalità di svolgimento, gli orari di apertura (a Milano dalle 9 alle 17.30), le tipologie contrattuali e gli operatori ammessi, prevedendo una serie di sanzioni in caso di violazioni dei termini. I soggetti che operano nella Borsa vengono chiamati trader (dall’inglese trading, scambio). A loro volta, i trader possono essere privati e professionisti: i primi effettuano scambi tra denaro e titoli finanziari in proprio, mentre i secondi lo fanno per lavoro (in proprio o per conto terzi).
La Quotazione in Borsa valori
La decisione di una società di quotarsi in Borsa, può essere assunta per diversi motivi. Tuttavia, il principale è quello di accedere ad un canale di finanziamento: in pratica, cedere parte delle proprie quote per ottenere in cambio liquidità. In questo modo, un imprenditore che desidera veder crescere la propria azienda, può decidere di quotarla in Borsa per cercare nuovi soci che lo sostengano nel progetto di espansione. Così come può farlo per ricavare risorse da investire in altre attività, in modo da diversificare il rischio, ma anche per accrescere la visibilità e il prestigio del brand anche a livello internazionale.
Ad ogni modo, conoscere la motivazione che spinge un’azienda a quotarsi in Borsa è decisamente utile per fare scelte di investimento sagge ed efficaci. Tuttavia, decidere di quotarsi in Borsa significa fare i conti con le regole che regolano il funzionamento del “listino”. A cominciare dagli obblighi di informativa al mercato, che devono seguire tempistiche e procedure precise.
Questo comporta un ripensamento del modo stesso di stare sul mercato, dagli assetti proprietari alle regole di governance, ai rapporti con fornitori e clienti. E’ appunto per questo motivo che il processo che porta alla quotazione segue un calendario mediamente lungo.
Vediamo ora alcuni dei termini più usati nei mercati finanziari:
- Azione: è il titolo che rappresenta una quota del capitale societario. Dal suo possesso (figurato) deriva il diritto di voto nelle assemblee dei soci e quello a partecipare agli utili generati dalla società (con i dividendi).
- Benchmark: indice preso come riferimento per valutare il rendimento di un prodotto finanziario.
- Derivato: strumento finanziario il cui prezzo è legato all’andamento di un titolo sottostante.
- Etf: prodotto finanziario quotato in Borsa che replica fedelmente una pluralità di titoli sottostanti, consentendo così la diversificazione del rischio.
- Obbligazione: strumento che rappresenta capitale di debito (a differenza dell’azione, capitale di rischio). Il possessore di un’obbligazione acquisisce il diritto a essere remunerato per il capitale investito (tramite il pagamento degli interessi).
- Prezzo: rappresenta il valore della transazione. Varia continuamente durante gli orari di apertura della Borsa essendo il punto di incontro tra domanda e offerta.
- Titolo di Stato: obbligazione emessa da un Paese sovrano.
- Vendita allo scoperto: cessione di uno strumento finanziario non posseduto, ma preso in prestito, con l’obiettivo di riacquistarlo a un prezzo inferiore.