Perché Investire in Brasile
Grazie ad un PIL nominale di $ 2.000 miliardi e circa $ 12.000 di reddito pro-capite, il Brasile è diventato la 6° economia al mondo (davanti all’Italia!). Tuttavia, negli ultimi anni la crescita ha subito un rallentamento, tanto da risultare di appena lo 0,7% medio nel periodo gennaio-settembre 2012. Nonostante ciò, il paese ha attirato da un pò di tempo l’interesse degli investitori di tutto il mondo, soprattutto italiani.
Dopo un periodo di boom economico, le fortune del Brasile negli ultimi tre anni sono diminuite rapidamente a causa di diversi fattori: sregolatezza fiscale, strozzature infrastrutturali e l’eccessiva burocrazia. Tanto per citarne una, lo Stato ha fissato dei massimali sul prezzo del carburante per frenare l’inflazione: di conseguenza, questa azione ha avuto un impatto negativo sul titolo Petroleo Brasileiro SA (PBR), che è di proprietà del governo brasiliano. Ad ogni modo, si può affermare che sia la crescente inflazione il più grande problema del paese! Una serie di aumenti dei tassi d’interesse dal mese di Aprile dello scorso anno hanno ridotto il tasso di aumento dei prezzi fino al loro punto più basso annuale. Quindi, l’inflazione rimane significativamente più alta rispetto all’obiettivo ufficiale del governo fissato al 4,5%. Secondo molti analisti, l’economia del paese è cresciuta solo dello 0,3% nel quarto trimestre del 2013. Questo significa che il tasso di crescita complessiva per il 2013 è stato del 2,2%, principalmente a causa di un inizio promettente per l’anno. Tuttavia, si prevede che la crescita dovrebbe scendere ancora dell’1,8% nel 2014.
Fattori Positivi
Nonostante i problemi sopra citati, lo sviluppo del Paese è sotto gli occhi di tutti e le potenzialità di crescita enormi. Ad Ottobre 2013, il governo italiano ha firmato con il governo brasiliano un accordo per evitare la doppia tassazione sui redditi dei cittadini italiani che investono nello stato sudamericano. La forte stabilità politica, unitamente a un clima sereno interno, alla rapida crescita dell’economia fanno del Brasile uno dei paesi più importanti su cui investire. Si stima che nel Paese vi sia un deficit di 7,9 milioni di abitazioni, mentre altri 1,4 milioni all’anno sono da soddisfare con nuove costruzioni. Questo rappresenta una grande opportunità per un italiano che voglia investire nel settore immobiliare brasiliano. Infatti, grazie anche all’abbassamento dei tassi, i finanziamenti bancari di mutui per acquistare una casa dovrebbero passare da una media del 2% del PIL brasiliano degli anni scorsi…..al 12% del 2014! Di conseguenza, milioni di giovani brasiliani si sposteranno alla ricerca di un lavoro nei grossi centri urbani, dando vita a un fabbisogno ben più alto di quello attuale. Tutto questo farà sì che i prezzi delle case in Brasile aumenteranno, soprattutto nelle grandi città in via di sviluppo. Si comprano oggi anche a poco e si vendono dopo pochi mesi a prezzi più alti. In pratica, nel giro di 5 anni si potrebbe rivendere un immobile al triplo di quanto speso per acquistarlo! Oggi, un appartamento in Brasile rende mediamente il 4-5% all’anno, mentre un immobile commerciale anche il 6%.
Investire Nel Settore Immobiliare
Innanzitutto, per acquistare un immobile in Brasile bisogna possedere il codice fiscale brasiliano, che si può facilmente ottenere anche facendo richiesta dall’Italia. Stesso discorso per i terreni edificabili, che assicurano rendimenti che nel nostro Paese possiamo solo sognare! Ad esempio, un lotto nella zona costiera di Porto das Dunas, costa dai 100 ai 600 real (37-220 euro) al metro quadrato! E il rendimento si aggira sull’8% annuo. Ovviamente, esistono alcune imposte obbligatorie e il loro costo incide per il 6% del prezzo dichiarato. Nello specifico, il 3% è destinato al pagamento dell’ITIV (l’IVA brasiliana!), l’1,25% del valore dichiarato va al notaio, lo 0,75% per la voltura (cioè la registrazione del trasferimento di proprietà di un bene immobile sul catasto pubblico) e l’1% per le spese amministrative. Ma non finisce qui. Il governo brasiliano applica anche un’imposta sui guadagni in conto capitale, ad esempio quando si vende un immobile ad un prezzo superiore a quello di acquisto. E non sarà sufficiente dichiarare un valore più basso per non pagare le tasse! Questo perché il guadagno viene registrato quale differenza tra il valore di cambio in ingresso nel Paese presso la Banca Centrale e quello più alto in uscita per l’espatrio. Su questa differenza si applica poi una ritenuta del 15%, a cui si sommano in qualità di imponibile anche gli utili dichiaranti proventi dell’investimento. Inoltre, anche in Brasile esiste una sorta di IMU, che varia mediamente dai 50 ai 200 Euro all’anno (160-640 real), a seconda che si tratti di un’abitazione, di un immobile commerciale o di una villa. Ad ogni modo, è esente dal pagamento delle tasse e dalla stessa dichiarazione degli immobili il proprietario che abbia un reddito inferiore ai 16.473 real (5.131 Euro) o beni per meno di 80.000 real (24.918 Euro). Per somme superiori, il proprietario sarà tenuto a pagare un’imposta progressiva variabile dal 15% al 27,5%, a seconda del reddito.
Per quanto riguarda le attività commerciali, in Brasile esistono circa 730 aziende italiane che danno lavoro 150.000 lavoratori. Le imprese italiane sono attratte principalmente dal costo della manodopera relativamente basso e da una serie di incentivi fiscali, che variano in molti casi di stato in stato (si pensi alla riduzione o annullamento dell’Imposta sulla Produzione Industriale, di cui ha beneficiato e continua in parte a beneficiare la Fiat). Ad ogni modo, il carico fiscale medio può arrivare fino al 34%, molto più basso di quello italiano! Si parte da un’aliquota di base del 15%, oltre a un 10% versato al di sopra dei 20.000 real circa (6.230 Euro), a cui va aggiunto un contributo sociale del 9% per tutti.
Investire in Obbligazioni Brasiliane
Per quanto riguarda gli investimenti a reddito fisso, come le obbligazioni, esistono due tipi di riferimenti temporali: i bond fino a due anni e i bond con scadenza superiore ai due anni. I primi sono soggetti all’Imposta sulle Operazioni Finanziarie del 6%, da cui sono escluse le obbligazioni superiori a due anni. In ogni caso, bisogna applicare la ritenuta del 15% sugli interessi corrisposti dall’emittente. Nel 2013, il governo brasiliano ha imposto alle società che le loro emissioni di durata superiore ai 4 anni vengano indicizzate all’indice dei prezzi (IPCA) o al tasso di riferimento. Quest’ultimo è stato fissato negli anni ’90 e si basa sulla media dei tassi di 30 istituzioni bancarie internazionali. In questo caso, lo scopo del governo è quello di stimolare gli investimenti nel lungo periodo, scoraggiando al tempo stesso l’afflusso speculativo di valuta straniera nel breve termine, che ha determinato l’apprezzamento del real del 40% dal 2008 ad oggi. Infatti, nel 2012 è stata innalzata l’aliquota sui bond fino a due anni dal 5,38% al 6%.
Investire In Azioni Brasiliane
Il Brasile è un paese abbastanza solido economicamente e le prospettive in crescita per le sue società quotate stanno determinando una convenienza all’investimento nei titoli azionari brasiliani. Fra gli ETF possiamo citare i fondi iShares MSCI Brazil Index Etf, che detiene 70 titoli finanziari, di materie prime ed energetici. Il dividendo offerto è del 2,85% e le possibilità di plusvalenze nel lungo termine sono elevate. Al contrario, il Market Vectors Brazil Small Cap è un fondo d’investimento incentrato sulle società a più bassa capitalizzazione, che gestisce un patrimonio di $ 467 milioni e che offre un dividendo del 2,76%. Trattandosi di titoli di società di largo consumo, anche in questo caso le potenzialità di lucrare grosse plusvalenze nel tempo sono piuttosto ampie, soprattutto visto i bassi valori attuali delle azioni quotate.