Possono i Social Network Influenzare le Borse?
Quando Facebook rimpiazzò Google e si impose come la risorsa online più visitata del 2010, iniziava già ad affermarsi la tendenza che avrebbe poco dopo decretato la posizione significativamente dominante dei social network. Con questi presupposti e, soprattutto, per via della loro natura interattiva, i social network divennero a tutti gli effetti la chiave per il successo di aziende, business nascenti, consumatori e di svariati interessi commerciali. Infatti, già dal 2011 si poté vedere che i social network iniziarono ad influenzare le borse internazionali, sino ad arrivare ai giorni nostri, in cui giocano un ruolo molto importante nei mercati borsistici internazionali.
Possono i social network influenzare le borse?
Dopo i recenti scandali che hanno visto nel mirino Facebook e il suo fondatore per via di delicate questioni che hanno minato la democrazia nel periodo elettorale, ci sono altri aspetti legati ai social media che destano non poche preoccupazioni. La maggior parte di questi campanelli d’allarme riguarda l’integrità dei mercati finanziari e i notevoli rischi cui sono esposti numerosi investitori. Questi rischi si traducono in truffe sui più moderni strumenti quali le criptovalute.
Il tenore di questa preoccupazione e della necessità di tutelare gli investitori da queste manipolazioni, è stato tale da aver richiesto una collaborazione fra le autorità governative ed economiche al fine di scandagliare tutti i meccanismi truffaldini. Addirittura, è stato garantito che chiunque collaborerà fornendo ”soffiate” che aiuteranno a scovare scopi illeciti, riceverà delle ricompense che si aggirano tra i 100.000 e i 300.000$.
Possono i social network influenzare le borse? Il parere delle “Authorities”
L’agenzia governativa statunitense che si occupa della regolamentazione del mercato dei futures, la CFTC, ha di recente emanato un documento a tutela dei consumatori che li mette in guardia dalle tattiche ”pump-and-dump”, non rare nel mercato delle criptovalute, delle monete digitali o tokens, e che si avvalgono delle piattaforme social per gonfiare i valori, al fine di intascare illeciti. Erica Elliott Richardson, direttrice degli Affari Pubblici del CFTC, al riguardo si è espressa così:
Come molte altre frodi online, questo tipo di truffa non è nuovo. Gli schemi ”pump-and-dump” esistono da prima dell’avvento delle criptovalute ma i consumatori devono essere consapevoli del fatto che si tratta di truffe nate e attive prevalentemente online. Anche gli investitori più esperti possono finire nel mirino di altrettanto esperti truffatori, molto abili nel rendere credibili informazioni in realtà ingannevoli. Il CFTC incoraggia tutti i consumatori a restare sempre aggiornati sulle più recenti tattiche adoperate nelle frodi legate agli investimenti, e soprattutto evitare di addentrarsi in opportunità di investimento se ci sono aspetti non del tutto chiari.
Gli schemi ”pump-and-dump” sono prevalentemente anonimi e vengono organizzati in chat pubbliche o su app di messaggistica sullo smartphone. Si tratta di truffe mirate a trarre profitti da trader non consapevoli di essere finiti in questa frode. Questa manipolazione del mercato avviene per lo più in mercati valutari non regolamentati e in genere su piattaforme che offrono un ampio ventaglio di coppie di monete che i trader possono acquistare e vendere.
I consumatori dovrebbero evitare di acquistare criptovalute o tokens basate su suggerimenti condivisi sui social network. Gli organizzatori di questi schemi truffaldini, diffondono il più possibile le informazioni e spingono all’acquisto. I consumatori possono proteggersi acquistando solo criptovalute, tokens o monete digitali che siano state oggetto di approfondite ricerche, in maniera tale da andare oltre l’entusiasmo e basarsi sui dati reali.
Possono i social network influenzare le borse? La posizione della SEC
La CTFC non è stata la sola autorità a scendere in campo in quella che è a tutti gli effetti una dichiarata lotta alle truffe legate ai social network nel mondo degli investimenti. Anche la SEC è molto attiva a riguardo e vanta di una unità chiamata Cyber Unit, che ha proprio lo scopo di contrastare e bloccare tutte le «manipolazioni con informazioni diffuse da media social e elettronici»
Nonostante le (insufficienti) scuse di Mark Zuckerberg, la SEC è intervenuta anche in merito ai recentissimi eventi che hanno preso il nome di ”Russiagate”:
«Se i social media possono offrire benefici agli investitori, presentano anche opportunità per i truffatori – avverte – Attraverso i social media questi possono diffondere informazioni false o ingannevoli su uno stock a un vasto numero di persone, con poco sforzo e bassi costi. Possono nascondere la loro identità e impersonare fonti credibili di informazione sui mercati».
L’influenza dei social network è cruciale. Infatti, alla base di queste truffe vi è la diffusione, proprio sui social, di informazioni fasulle finalizzate ad alterare il valore in Borsa di un’azienda.
Possono i social network influenzare le borse? Arginare il fenomeno
Questa task force per azzerare le truffe che sui social network vengono diffuse alla velocità della luce, sta già ottenendo i primi risultati. Infatti un individuo, accusato di aver fatto circolare sospetti di indagini federali infondati su un’azienda tecnologica e di test falliti ai danni di una società biotech, e che ha provocato perdite ai soci per 1,5 milioni è stato subito individuato, mentre una coppia canadese, rea di aver usato Facebook e Twitter per far lievitare il prezzo di alcune azioni è stata multata e costretta a pagare un risarcimento di circa 4 milioni di $.