Value Investing: La Formula Matematica Di Graham Per Investire
In alcuni articoli precedenti vi avevo già parlato di Benjamin Graham, un grande economista e professore universitario, mentore del grande Warren Buffett. Graham divenne famoso per aver sviluppato la teoria del value investing, un approccio agli investimenti che esprime un metodo di valutazione delle aziende che si basa sull’analisi delle attività tangibili e degli utili attuali e non sull’importanza che (ancora oggi) gli analisti danno ai trend degli utili futuri o dei ricavi futuri.
Il succo di questa teoria è quello di investire sempre su quei titoli che vengono quotati ad un prezzo decisamente minore del loro valore intrinseco. Nel 1949 Graham pubblica uno dei libri più importanti in tema di investimenti “The Intelligent Investor“, da molti considerato il miglior libro sugli investimenti mai scritto. Una particolarità che contraddistingue i libri di Graham è l’inserimento di considerazioni e formule matematiche per aiutare l’investitore a valutare un’azienda. Dopo una prima scrematura che serve ad eliminare le società che non soddisfano alcuni parametri fondamentali per le teorie del value investing, come debiti troppo alti e profitti negativi, possiamo utilizzare una delle formule matematiche utilizzate da Graham per valutare le aziende, come:
Prezzo = Futuri EPS * (8.5 + (2 * Crescita)) * (4.4 / rendimento AAA)
Gli earnings per share futuri (EPS) raffigurano quanto gli analisti si aspettano che l’azienda guadagni il prossimo anno. E’ un dato che è facile trovare su internet, consultando siti come Yahoo Finanza (vedi titolo Facebook). Come si può intuire dal nome stesso, la crescita riguarda il ritmo di crescita previsto degli EPS per i prossimi 5 anni.
Questa informazione la possiamo reperire sempre nella stessa pagina “linkata” precedentemente, sotto la voce Rapporto PEG. Il rendimento AAA è invece il rendimento su una obbligazione corporate trentennale che abbia appunto rating AAA (della società che ci interessa). Per trovare questo dato possiamo utilizzare il “bond screener“ di Yahoo Finance, sotto la voce “Current Yeld”. Per quanto riguarda i numeri presenti nella formula, 8.5 è il rapporto prezzo/utili che dovrebbe avere un titolo a crescita nulla, mentre 4.4 è il ritorno minimo necessario dell’investimento per mettersi almeno al riparo dall’inflazione.
Il risultato dell’operazione ci darà il prezzo a cui il titolo dovrebbe essere quotato, così da sapere se il titolo è sottovalutato o sopravvalutato. In passato, i titoli più sottovalutati e che hanno poi generato altri risultati per i trader che hanno “creduto” in loro, possiamo ricordare Xerox (NYSE:XRX), Microsoft, VF Corp (NYSE:VFC), Amgen (NASDAQ:AMGN), Apollo Group (NASDAQ:APOL), Zimmer (NYSE:ZMH), Activision Blizzard (NASDAQ:ATVI), Western Union (NYSE:WU), Accenture (NYSE:ACN), Nike (NYSE:NKE), Dell (NASDAQ:DELL) ed eBay (NASDAQ:EBAY). Fra quelli più sopravvalutati vi sono stati invece Pfizer (NYSE:PFE), Merck (NYSE:MRK), Yahoo (NASDAQ:YHOO) e Honda Motor (NYSE:HMC).
Come sempre, vi invito però a non basarvi solo su questa formula quando monitorate un’azienda che vi interessa. Dovete considerare che si tratta solo di un modello matematico che è datato e che soprattutto non tiene conto di parametri importanti come ad esempio il flusso di cassa dell’azienda e la sua redditività. La formula sopra citata può però essere un buon punto di partenza nell’analisi di un titolo.
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